Stiefvater Maggie - 2009 - Destiny by Stiefvater Maggie

Stiefvater Maggie - 2009 - Destiny by Stiefvater Maggie

autore:Stiefvater Maggie [Stiefvater Maggie]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Horror, Fiction, Juvenile Fiction, Horror & Ghost Stories, Books of Faerie 02
ISBN: 9788834717578
editore: Fanucci
pubblicato: 2011-01-01T23:00:00+00:00


Mia madre era incapace di essere puntuale. Questa incapacità - anzi, questa proprietà essenziale della sua esistenza - era così potente che pure il suo bus non era puntuale. Non poteva esserlo. Così Paul e io ci sedemmo su una panchina fuori dalla stazione degli autobus, sotto un sole pieno ma debole.

«Non capisco come fai a farla funzionare.» Paul stava cercando di scriversi su una mano con una penna. Era una di quelle dove clicchi un'estremità per far uscire la punta, e lui continuava a cliccare e ricliccare e a scuoterla come se potesse scrivere meglio. Si stava facendo un esercito di punti sul dorso della mano, ma non aveva ancora scritto nessuna lettera. «È come se stessi cercando di scrivere l'alfabeto con un hot dog.»

Le macchine passavano, ma non gli autobus. Senza distogliere lo sguardo dalla strada, allungai la mano per prendere la penna. «Ti illuminerò. Preparati a essere abbagliato.»

Lui mi diede la penna e indicò il dorso della mia mano. «Scrivici 'gay'.»

Avevo la penna ferma sulla mia pelle. «Perché, Paul? Non pensavo avessi quel tipo di sentimenti. Voglio dire, io sono universalmente affascinante, ma ancora...»

Paul fece un sorriso così grande da vederlo con la coda dell'occhio. «No, amico. Noi abbiamo una... come si chiama... una suonatrice ospite. Un'insegnante esterna di oboe. Comunque, è arrivata questa settimana... E sai come si chiama? Amanda Gay.»

Feci un verso di approvazione. «Impossibile.»

«Sì, amico. È proprio così! Voglio dire, seriamente. Lei è dovuta andare a scuola con quel nome. I suoi genitori dovevano odiarla.»

Scrissi sulla mano 'falò'.

Paul fece un rumore come se sputasse. «Puah! Come hai fatto a farla scrivere? Non ti ha lasciato dei punti sulla mano. Scrive davvero.»

«Devi stirare la pelle, genio» dissi, e glielo mostrai. Scrissi il mio nome, e quindi ci disegnai un cerchio intomo.

Lui riprese la penna e si stirò la pelle. Si scrisse anche lui 'falò' sulla mano. «Perché 'falò'?»

Non lo sapevo. «Voglio mettere una scena con un falò in Ballad» mentii.

«Dovremmo fare un finto fuoco sul palco. Potrebbe risultare sia difficile che banale. A meno che non sia un fuoco fatto con l'alcol. D fuoco fatto con l'alcol non è invisibile?» Paul guardò qualcosa al di là di me. «Ehi, è in arrivo la tua vecchia compagna di scuola.»

Mi gelai e non mi voltai per confermare. «Paul, meglio che non mi prendi in giro. Pensi che mi ha visto?»

Lo sguardo di Paul passò sopra la mia testa. «Uhm, sì, quasi certamente.»

«Uhm, ciao» disse Dee, proprio dietro la mia spalla. Solo il sentire la sua voce mi fece venire in mente di nuovo le sue parole: Stavo pensando a lui quando mi hai baciata.

Mandai a Paul un'occhiata scura che significava: Grazie per il preavviso, e mi alzai. Mi misi le mani in tasca senza dire niente.

«Ciao, Paul» Dee mi aggirò con lo sguardo per rivolgersi a Paul, che sembrava un po' braccato. «Ti spiace se parlo un secondo con James?»

«Sto aspettando mia madre» dissi. Lo stomaco si faceva sentire, non riuscivo a pensare. Guardarla mi faceva star male.



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